È proprio vero che i vecchi non servono a niente?



Mi ha fatto molto riflettere la video intervista sulla felicità a Mauro Morandi

il guardiano eremita dell’isola di Budelli e della sua spiaggia rosa o per meglio dire quello che ne rimane, dopo che se ne sono stati rubati chili e chili. Intervista che potete vedere anche qui sul mio blog: La felicità appartiene a coloro che bastano a se stessi

In questi giorni ho molto pensato a questa intervista ed ho pensato molto a quello che Mauro dice nel video, l’ho rivisto più volte e ringrazio ancora Giuseppe per essere andato a trovare Mauro ed ad averci dato questo frammento di felicità.

Mauro ad un certo punto della sua intervista dice che i vecchi non servono più a niente, che la natura è molto chiara in questo perchè i vecchi, non proliferano più, non producono, non allevano più e di fatto sono un peso per la società stessa e la natura né è completamente indifferente.

Io ho perso i miei nonni quando ero molto giovane.

Mio nonno Renato da parte di mia Madre, non l’ho mai conosciuto, purtroppo, mia Nonna Renata da parte di Madre l’ho persa a 12 anni, mentre mia Nonna da parte di Padre, l’ho persa quando avevo 8 anni, mio Nonno William, da parte di Padre quando avevo 10 anni ed ho perso pure i genitori, mio Padre a 17 anni e mia Madre quando ne avevo 33.

Tutte morti abbastanza lente, purtroppo, dovute a aneurismi e tumori, quindi una morte lenta, come non si augura a nessuno. Mia Nonna voleva morire nel sonno e nel sonno l’è venuto un ictus, purtroppo è andata avanti a soffrire per 10 giorni. Mi mancano molto, tantissimo, mi mancano i loro consigli. Mi mancano i loro abbracci, anche quelli intrisi di fumo. Mi mancano le loro storie di guerra, moniti continui alla pace. Mi mancano le loro sgridate e l’imposizione dei loro dogmi. Mi manca poterli guardare negli occhi grinzosi e rossi. Mi manca poter discutere con loro o semplicemente mi manca non poter dedicare loro il tempo che loro hanno dedicato a me. Mi mancano i loro continui insegnamenti e mi manca il loro affetto, mi manca molto il rapporto che avevo con loro, mi manca davvero.

Io non sono sicuro che i vecchi non servano proprio più a niente

Vorrei inviare a Mauro una lettera. Per quanto mi riguarda, se Mauro non fosse arrivato all’età a cui è arrivato, molto probabilmente io non avrei avuto la possibilità di commuovermi grazie all’impegno di Giuseppe che lo è andato a trovare. Credo che uno dei motivi per cui Giuseppe lo sia andato a trovare sia che Mauro sia anziano e che come tale abbia qualcosa da trasmettere alle generazioni future, qualcosa di buono, qualcosa che sia importante ascoltare.

Io credo che tutte le persone anziane nel bene e nel male abbiamo qualcosa da trasmettere. Ricordo una bellissima puntata di Star Trek dove si parla in qualche modo della vecchiaia Una vita a metà (episodio) – Star Trek TNG Episodio 4×22

L’Enterprise si imbatte in un pianeta chiamato Kaleon II. La sua stella si sta esaurendo da tempo e il dottor Timicin è molto vicino alla soluzione del problema, quando purtroppo viene richiamato sul proprio pianeta per eseguire il suicidio rituale. Suicidio rituale che viene imposto perché sul pianeta c’è una forte sovrappopolazione e quindi la legge impone a tutti di uccidersi prima di 60 anni, onde non essere di peso alla società.

Il dottor Timicin, all’inizio chiede una dispensa, non gli viene concessa e fugge sull’Enterprise, Picard, il capitano gli da asilo ma così facendo crea un incidente diplomatico e alla fine il dottor Timicin, convinto dalla figlia torna sul pianeta natale per eseguire il suicidio rituale, spinto oltretutto dal fatto che anche se fosse riuscito a trovare una soluzione per la rivitalizzazione della sua stella la sua comunità non l’avrebbe considerata per colpa della sua iniziale ribellione al suicidio.

Di fatto alla fine della puntata, possiamo immaginare che la sua civiltà morirà con la morte della propria stella o quantomeno che dovrà abbandonare il proprio pianeta natale.

Siamo proprio così sicuri che i vecchi non “servano” proprio più a niente?

Lasciando perdere Star Trek, ottimo spunto per molte riflessioni, gli anziani hanno un bagaglio di conoscenza preziosissima, hanno la capacità di trasmetterla con la calma che normalmente denota gli anziani ed hanno la capacità di far riflettere le persone più giovani, di dare consigli.

A volte potrebbero aver bisogno di pochi giorni in più per risolvere tanti problemi, come Einstein, che forse se non fosse morto a 76 anni, ci avrebbe regalato un ancor migliore teoria o come il noto fisico Hawking che era alla ricerca della toria del tutto.

D’altronde gli anziani hanno la saggezza che manca ai giovani, hanno la memoria storica, che purtroppo, in quest’era digitale si va paradossalmente sempre più perdendo.

Quante bellissime fiabe raccontano gli anziani? Quanto invece gli anziani sono utili al giorno d’oggi per genitori sempre più indaffarati e impegnati nella vita odierna, moderna, fatta di lotte sociali, incontri, riunioni e ultimamente anche di isolamento sociale e pandemia? Quanto se ne sente la mancanza tra i mei amici ora che c’è diffidenza a dargli in mano i propri nipoti per accudirli per evitare che possano contrarre il COVID?

Forse gli individui più anziani, nelle specie meno evolute, “servono” meno, mentre gli individui anziani nelle specie più evolute, sono molto più utili di quello che si possa pensare. In ogni modo, non credo che sia utile pensare all’utilità di una persona anziana. Penso che sia più utile pensare a come poter concedere loro un fine vita dignitoso e sereno. Cosa di cui ragionavo proprio ieri con un mio amico mentre camminavo in corso Italia a Genova.

La nostra specie, umana, ci identifica come persone capaci di pensare. Gli animali forse non lo fanno o lo fanno in maniera molto ridotta, a noi, invece, spetta il compito di ragionare su questi aspetti, quindi, io credo che sia corretto ragionare circa l’importanza delle persone anziane nella nostra società e l’importanza dei nostri comportamenti verso di loro. L’importanza di difenderli e di concedergli la libertà di fare quel che vogliono e sopratutto di morire come vogliono e dove vogliono.

Un giorno in più, qualche semplice ora in più e potrebbero regalarci idee e scoperte fantastiche o semplicemente emozioni che mai ci dimenticheremo.

Siamo davvero così inutili?

Qual’è lo scopo della vita? Il perpetuarsi della vita, noi per la natura non siamo niente, siamo degli oggetti che servono alla natura a perpetuare la specie, dice Mauro nell’intervista e basta? È davvero tutto qui? Siamo davvero così indifferenti alla natura? Siamo proprio sicuri che come specie siamo così indifferenti alla natura? Oppure la natura si sta stufando di noi e ci sta dando segnali sempre più importanti di smettere con molte delle nostre attività? D’altronde la natura non è altro che qualcosa intattile che ci circonda e che risponde solo a schemi e meccanismi fisici, non ha neanche idea della nostra presenza come non ha idea delle presenza di se stessa e delle forme di vita che randomicamente nascono e muoiono nell’universo? Lo capiremo prima o poi? Non sarebbe ora di rendercene conto, io per esempio me ne sto rendendo conto con la vecchiaia…

Fonti

Una vita a metà (episodio) – Star Trek TNG Episodio 4×22

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