Non ho sentito pronuciare la parola Università!



Buongiorno ragazzi.

Anche questa mattina, come tutte le mattine, appena svegliato mi sono letto per la solita oretta circa le mie 11 testate giornalistiche, tra cui ho ultimamente inserito Nature e Lancet; ma liberandomi dell’aggettivo italiano abbinato ad un quotidiano, poiché aprendolo spesso con il telefonino, le sue pubblicità erano quasi sempre servizi a pagamento che si attivavano sul mio cellulare.

Leggo giornalmente i quotidiani

Questo solo per dire che leggo molto, tutti i giorni. Finito la lettura dei quotidiani, mi tiro su accendendo SKYTG24 ed inizio la mia pulizia personale sotto la doccia, sempre con SKYTG24 acceso. Finita la doccia, vado a fare colazione ed ascolto normalmente trasmissioni d’inchiesta fino a pranzo. In casa ho almeno 4 monitor, ultimamente uno è acceso su CCTV1 per seguire le news dalla Cina. A mezzogiorno guardo TG1, TG2, TG3, poi passo nuovamente su TGCOM24 e RAI NEWS. Nel pomeriggio invece, tenendo sempre acceso il canale 50 del DTV, mi guardo spesso REPORT e seguo Monte Magno con le sue buone interviste. Nel frattempo studio e lavoro per la gestione dei miei affari. Insomma, non sono quello che si può dire non informato e sopratutto che si ascolta Radio 105, senza nulla togliere a quella ilare radio.

slide presentate da Pierdomenico Pierata, Rettore dell'Univ. S. Anna di Pisa, al workshop in Invitalia sull'innovazione.
slide presentate da Pierdomenico Pierata, Rettore dell’Univ. S. Anna di Pisa, al workshop in Invitalia sull’innovazione.

Non ho sentito pronunciare la parola Università

Bene, tutto questo per dire, che non ho MAI sentito pronunciare la parola UNIVERSITÀ. Si, è vero, non ho mai sentito pronunciare università. Niente, non se ne è parlato per niente. Io sono formalmente iscritto a Fisica, anche se quest’anno purtroppo sono riuscito a seguire poco, ho avuto modo di poter vedere la risposta che l’università italia è riuscita a dare, con certi professori, pronti, ed altri tremendamente indietro, quasi incapaci ad usare un iPad.

Per fortuna evidentemente il reparto IT universitario, com’è stato detto dal rettore di Genova in un video [efn_note]Il messaggio del Rettore dell’Università di Genova alla comunità accademica[/efn_note], ha fatto un lavoro enorme, dando un supporto fortissimo alla capacità multimediale del corpo docente, facendo compiere all’università italiana una rivoluzione che era da fare da dieci anni. Finalmente abbiamo la possibilità di poter seguire le lezioni universitarie da remoto, anche se non ancora benissimo, per colpa della qualità delle webcam con le quali vengono riprese, perché dal punto di vista della connessione internet direi che ci siamo, sicuramente da parte universitaria.

Perchè non si parla di università?

Quello che mi chiedo è perché non si è parlato di università? Voi mi direte, è l’ultimo pezzettino della piramide, pensiamo prima ai barbieri alle estetiste, perché altrimenti come le pagano le rette universitarie ai figli, a parte il ragionamento populista, penso personalmente che sia importante parlare di università in questo paese e di farlo presto. In questi anni l’investimento statale nelle università italiane è crollato a differenza di quello che avviene in Germania, per esempio. Come per altro più bassi, gli indici di laureati italiani. Pensate che nella classifica del 2019 delle migliori università del mondo[efn_note]World University Ranking 2019[/efn_note] fatta dal sito TopUniversities.com il nostro Politecnico di Milano è al 149 posto tra le università del mondo seguito al 177 dall’Università di Bologna e poi al 574 posto l’Università di Pavia, insomma come al solito non siamo i primi, neanche tra i primi..

Non lamentiamoci…

Non lamentiamoci se in Europa non abbiamo capacità economica, dobbiamo cercare di diventare più colti, per poter gestire sempre meglio qualsiasi tipo di attività, permettetemi anche un semplice barbiere. Purtroppo la storia che studiare non serve a niente è da dimenticare, perché la storia che siamo primi al mondo è finita da tempo, molto tempo (purtroppo) e non è per portare sfiga, che non esiste: è la realtà.

Fonti

La performance della formazione universitaria: Il caso degli studi socieducativi

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