“Rolliamo a Ventotene” 7° giorno di trasferimento Chioggia – Imperia



Sono lunghe tutte le strade che conducono a ciò che il cuore brama. Ma questa strada l’occhio della mia mente la poteva vedere su carta, tracciata professionalmente, con tutte le sue complicazioni e difficoltà, eppure a suo modo sufficientemente semplice. O si è marinaio o non lo si è. E di esserlo io non avevo dubbi. [La Linea d’Ombra di Joseph Conrad]

Diario del facente funzioni di Capitano, data stellare -307459.0 non sono capitano o meglio ho la patente nautica per comando di imbarcazioni da diporto, quindi sono anch’io nel mio piccolo comandante :), ma inizierò e scrivere così in onore del Capitano Astronauta Samantha Cristoforetti, una donna, anche lei appassionata di navigazione e di Star Trek ora a bordo della ISS alla quale penso spesso durante i turni di notte. Lo dedico anche a tutte le donne e CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE, questione che mi ha dato da pensare parecchio durante questi primi di preparazione al trasferimento, violenza, che non finirò mai di denunciare e verso la quale non farò mai orecchie da mercante.

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Altri temporali verso Ventotene

Mi sono svegliato e il tempo era ancora clemente… Avevamo solo un gran onda di mare morto, massimo due metri che ci prendeva al traverso, un rollio a destra e a sinistra continuo, una cosa insopportabile…. L’onda di mare morto è la rimanenza dell’onda che si crea durante una bufera o peggio, questa è un onda di mare morto davvero particolare si vede che in Sardegna deve aver fatto qualche cosa di davvero grosso. D’altronde tutta la notte ha lampato verso la Sardegna e verso Napoli.

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Temporale verso la zona di Napoli

La mattina è passata lenta, ma alla fine veloce… Stavamo parlando con l’armatore del più e del meno, si del meno: dell’albero che mi hanno rubato a Riccione dalla mia Delfino 330. Parlavamo di quando mi rubarono le drizze e di come, gentilmente ho chiesto che mi venissero restituite e rimontate sulla mia barchina, un vero e proprio guscio di noce. Quando tutto d’un tratto lui si alza e dice “C’è un delfino sotto la Prua” e va verso prua a tentoni cercando di tenersi ai tienitibene, aggiungendo “c’è un branco di delfini a pura…” Effettivamente c’erano davvero 3 delfini, non tanto grossi che filavano sotto la prua del barca, nuotavano affiancati e sembrava cercassero qualche interazione con la prua della barca, non penso vogliano giocare con noi umani. Forse hanno paura del colore rosso perché appena sono rientrato a mettermi la giacca termica, uscendo loro sono spariti. Non voglio pensare che abbiano paura di me e neanche del colore rosso. Penso solo che si siano stufati di nuotare sotto la prua della barca. Giustamente dopo un po’ che la prua li stava ignorando “nuotando” per i fatti suoi senza giocare, i delfini di colpo, come sono venuti, sono spariti…

Con il rollio fare da mangiare è difficile e pericoloso, soprattutto si rovescia tutto quello che si appoggia sul tavolo, ma anche quello che è dentro le tazze, compresa ovviamente anche la tazza del gabinetto… Per fortuna che il pavimento del bagno è un pagliolo e l’acqua ci cola dentro, sotto il pagliolo c’è una pompa attivabile con un pulsante per espellere fuori bordo l’acqua. He si accumula in bagno quando si fa la doccia. Fare i propri bisogni in situazioni del genere è difficile, una volta tanto più per noi maschi che per le femmine, che in ogni modo si devono sedere, infatti normalmente il bagno dei maschi è peggio ancora del normale. Quando si fa la pipì in piedi bisogna stare attenti innanzi tutto a centrare l’obbiettivo, poi a tenere l’assa del gabinetto con una mano, il membro con l’altra e stare in equilibrio. Quando c’è del dondolamento una qualsiasi direzione sono testate. Inoltre bisogna stare ben attenti a scaricare completamente l’acqua quando si fa qualche cosa di solido perché altrimenti con lo sballotalamento potrebbe fuoriuscire come dicevo poc’anzi.

Il frigorifero, sta iniziando a fare un odore nauseabondo. Piero ha cercato di pulirlo ed ha fatto buttare via all’armatore un sacchetto con un arancia andata a male ed un mazzo di insalata in putrefazione nei giorni scorsi, ma non è quello che fa odore. Deve essersi versato del latte che è stato assorbito dall’arancia e dall’insalata. Alla fine tutto quello che poggiava sul fondo ha iniziato a puzzare di ricotta, mi viene il vomito a pensarci, cose che capitano a casa, figuriamoci in barca. Quindi abbiamo pulito tutto il frigorifero, Piero asportava i viveri e li lavava, mente l’armatore ed io abbiamo dapprima asciugato il fondino nauseabondo, poi l’armatore ha scaricato il frigorifero con il tubo di scarico, devo dire poverino che non so come abbia fatto a farlo respirando quell’odore, io per sbaglio l’ho fatto ed ho avuto un conato. Abbiamo fatto un ottimo lavoro, l’armatore s’e immerso nel frigo a pulirlo minuziosamente con l’aceto sotto consiglio di Piero: abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra. Abbiamo disposto tutto il cibo all’interno e riacceso la serpentina, anche se quest’ultima andrà ricaricata perché non funziona bene.

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Ventotene al nostro arrivo di notte..
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Tramonto vicino a Ventotene in direzione della Sardegna

Il resto della giornata è stata una pugnetta tremenda… Pioggia, grigio, tanta pioggia, nuvole, cielo interamente grigio… Pioggia… Pioggia… Pioggia, finalmente Ventotene in lontananza… Santo Stefano poco prima, che bello, stiamo, per arrivare, cerchiamo di stare lontano dal perimetro della riserva naturale che è delimitata da croci di Sant’Andrea gialle, anche se ne mancavano due, cerchiamo di farlo seguendo la carta nautica e delimitando il perimetro disegnato ed entriamo in porto. Dapprima la Capitaneria ci dice di ormeggiare nel porto vecchio, quello romano, ma Piero si rifiuta adducendo la pericolosità dell’atterraggio durante la notte e a ragion veduta la mattina ci ha indicato anche il perché… Ormeggiamo e sentiamo subito gli spiriti del posto, gag che abbiamo fatto all’armatore. In realtà sono i soffioni del porto che con lo spostamento d’acqua a sua volta sposta l’aria e passando fra le crepe del marciapiede composto dal blocchi di cemento crea un rumore spettrale.

La banchina era libera da tutto a parte la nave ormeggiata poco prima di noi, un odore di spazzatura purtroppo pervadeva a tratti l’aria e dopo pochi minuti che mi chiedevo da dove venisse mi sono dato la risposta da solo, parcheggiato a fianco a noi, c’era un camion del rusco. Ormeggiamo bene all’inglese, mettiamo bene i parabordi al fine di stare attenti a non colpire i ganci e le anelle arrugginite nella palate del molo e andiamo a fare un giro.

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Piero di spalle che cammina sul lungomare di Ventotene nel porto romano

Facciamo un giro nel paesino e andiamo a bere una birretta in un BAR dove stavano trasmettendo un video di un concerto del mitico Hooker quello che canta Boom Boom di fronte a Maxell Street in The Blues Brothers, poi siamo andati a mangiare in un ristorante con un ottima vista sul porto romano, peccato che i vetri fossero appannati. La gag più bella è stata della cameriera, una bella ragazza mora, molto educata e gentile, che quando ha portato il caffè all’armatore gli ha detto – La macchina del caffè s’è rotta, non so come si venuto, assagialo un po’ – siamo letteralmente morti dal ridere. Alla fine siamo andati a pagare, e l’armatore ha pagato per tutti, al che gli hanno fatto di nuovo riprovare un altro caffè, migliore del primo. Tornati in banchina ci siamo addormentati alle 22 nei nostri letti.

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