“Quanto è lunga la Puglia!” 3° giorno di trasferimento Chioggia – Imperia



Stephen Augustus Kleckner con la giacca della SLAM la radio per sentire i bollettini ed il passamontagna marrone di lana, fatto dalla mia Mamma.
Stephen Augustus Kleckner con la giacca della SLAM la radio per sentire i bollettini ed il passamontagna marrone di lana, fatto dalla mia Mamma.

Il il terzo giorno è quello più faticoso, perché ci si inizia ad abituare ai turni e alla routine della barca a vela… ed è davvero molto faticoso, di che che ne dica tutta le gente seduta alle loro scrivanie che non sono mai andati in barca a vela…

Diario del facente funzioni di Capitano, data stellare -307475.1 non sono capitano o meglio ho la patente nautica per comando di imbarcazioni da diporto, quindi sono anch’io nel mio piccolo comandante :), ma inizierò e scrivere così in onore del Capitano Astronauta Samantha Cristoforetti, una donna, anche lei appassionata di navigazione e di Star Trek ora a bordo della ISS alla quale penso spesso durante i turni di notte. Lo dedico anche a tutte le donne e CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE, questione che mi ha dato da pensare parecchio durante questi primi di preparazione al trasferimento, violenza, che non finirò mai di denunciare e verso la quale non farò mai orecchie da mercante.

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La dinette della nostra barca, con la mia cena servita.

Mi sono svegliato con Piero che faceva la doccia, in realtà ho fatto uno scatto felino all’oblò della mia cuccetta per vedere se non stavamo sbattendo malamente contro la paratia di qualche peschereccio, pensando che gli ormeggi si fossero allentati o peggio mollati, ma in realtà ho visto nebbia, non vedevo manco il peschereccio a 20 centimetri, sembrava che fuori Avessero sparato del nebbiogeno, poi ho capito che il rumore proveniva da Piero che faceva la doccia ed ho pensato, visto il caldo: – Ci nebbia anche qui… –

In realtà poco dopo mi sono tirato su ed ho messo il naso fuori, poca foschia, in realtà misto fumo proveniente dall’entroterra. Qui in Puglia sembra che prenda casualmente sempre fuoco tutto, infatti ci sono un sacco di persone chiamate forestali che vengono pagate per spegnere gli incendi che come fuochi fatui si accendono da soli… L’arcano svelato dopo poco, si era creata condensa nel mio oblò che faceva sembrare tutto nebbioso… Beh…

Faccio la doccia, ovviamente con la mia fortuna, ghiacciata visto che sono stato l’ultimo ed il boiler è da 16 litri e mi preparo per uscire con l’armatore a fare la spesa per Vieste…mente mi preparo, toc toc, bussano decisamente sulla barca, penso io, saranno i pescatori che vogliono uscire con i loro pescherecci, eh no…! Carabinieri…! Che vogliono i Carabinieri? E sopratutto visto he siamo davanti alla Capitaneria di Porto, cosa fanno i Carabinieri sul pontile di un peschereccio, perché bussano sulla stratega? Semplicemente ci intimano di spostare la barca o che qualche d’uno resti a bordo, in caso di emergenza, se fossimo andati a fare la spesa… Allora prendiamo la decisione di spostare la barca a fare rifornimento di carburante e dopo di che Piero rimane a bordo mentre l’armatore ed io sbarchiamo per fare la spesa, non prima di aver preso un caffè con Piero al bar del Marinaio a fianco alla Capitaneria di Porto di Vieste ed io aggiungo una bella brioche alla marmellata di albicocche.

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Vista di Vieste dalla Capitaneria Costiera.

A Vieste parlano tutti un po’ strano velocemente e incomprensibilmente accentato, ponendo sempre domande a raffica, di cui non si capisce il senso… Peggio di me, penso io… Andiamo al supermercato, prendiamo zucchero a cubetti di canna, spaghetti Voiello, poi decidiamo di andare a prendere la verdura dal verduriere e sotto consiglio del ragazzo alla gastronomia del supermarket, il pane da una bella ragazza con gli occhi azzurri azzurri che sta al panificio di sotto, per fortuna che il tipo ha aggiunto in tempo essere la sua ragazza, stavo per fare una figuraccia delle mie… Andiamo dal verduriere, gag con la proprietaria sulle vitamine presenti nella carota e sul mio problema tricologico, passaggio in panificio, dove abbiamo appurato che la ragazza dagli occhi azzurri azzurri era proprio, per fortuna, la ragazza del ragazzo della gastronomia. Andiamo dal pescivendolo che sinceramente non mia convinto più di tanto causa presenza di lestofanti all’interno e indifferenza degli stessi alle mosche che larvano sul pesce… Qui,, davanti alla pescheria, grazie ad una signora, simpatica incontrata per strada, scopriamo una cosa: a Vieste ci sono un sacco di pescherie, ma proprio un sacco, non sapete quante pescherie, bene, andiamo in una pescheria sul lungomare, prendiamo dei gamberetti, congelati, tra tutto quello che potevamo prendere… D’altronde volevamo fare la pasta con zucchine e gamberetti… C’era pure una scatola con dentro dei polipi, appena pescati, che stavano frollando…

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Albero affiorante di una barca vela incagliata all’ingresso del porto di Vieste

Torniamo in barca e via, ci distacchiamo dal benzinero, salutiamo tutti e prendiamo il mare. Uscendo dal porto abbiamo notato una imbarcazione che evidentemente ha tentato di entrare a Vieste della parte opposta la giusta direzione, incagliandosi nella secca. Appena messo il naso fuori dal avantporto, il mare vecchio ci ricorda che cosa avevamo passato la sera precedente, mettiamo la randa e navighiamo, sgranocchiando un po’ di focaccia con le olive che l’armatore aveva comperato… All’una Piero, sotto mia pressione, inizia a fare da mangiare, devo dire che Piero cucina davvero bene e non è semplice cucinare bene in barca, anche io so cucinare bene in barca… Preparare da mangiare in barca, innanzi tutto significa saper tagliare, sgusciare, pesare e muoversi continuamente in equilibrio, non soffrire mal di mare perché la cucina è sotto coperta e sopratutto prevedere l’ondeggiamento della barca quando si spiatta. Poi ci sono i tempi, dilatati della barca, solo chi cucina in barca comprende cosa scrivo… Il tutto in una micro cucina, con micro pentole, quindi bisogna saper organizzare le varie preparazioni. Inoltre qui viene il bello, bisogna sapere lavare i piatti con parsimonia di acqua… e saper dosare il sapone, perché si lavano i piatti con acqua salata dalla pompa installata nel lavandino per non sprecare le riserve d’acqua dolce a bordo. Lavare con l’acqua salata ed i detersivi normali non è semplice, praticamente se li vuoi lavare bene devi stare parecchio a sgrassare.

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Un gabbiano spuntato appena sentito odore di pesce.

Il meriggio procede bene dopo le ottime mezze maniche ai gamberetti e zucchine del Piero, di cui ho mangiato 3 piatti abbondanti, l’armatore invece, forse ha esagerato, per il suo standard ed ha avuto un po’ di mal di stomaco nel prosequio.. Mi stupisco sempre di come i gabbiani compaiano appena sentono odore di pesce, non abbiamo fatto tempo a buttare via le teste dei gamberi avanzate per fare il sugo che sono subito sono comparsi in scia, mi chiedo sempre da dove diamine spuntino fuori, non ne vedi l’ombra per miglia e miglia ed appena butti fuori qualche cosa, te li ritrovi sopra la testa a poppa che ti sorvolano in cerca di qualche cosa da beccare.

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Una nave non segnalata sul AIS al largo del porto di Brindisi

Ho notato una nave molto grande con gru gialle e scafo azzurro che non compariva su Marine Traffic, per cui presumo avesse l’AIS staccato, una specie di transponder degli aerei, identifica la nave, la sua posizione, la rotta tenuta, la velocità è la sua precedente traccia, il porto di provenienza e anche i dati della stazione meteo che vi è a bordo, strumento davvero utile. Ad un certo punto un bel vento di scirocco sale e con l’angolo di bolina decidiamo di tirare fuori il fiocco e spegnere il motore, decisione difficoltosa perché il fiocco, non sappiamo ancora per qualche motivo si inceppa e non ne vuole saperne di venir fuori, io mi metto il giubbino auto gonfiabile d’emergenza e legandomi con una cima alla linea vita che Piero aveva realizzato mentre eravamo andati a fare la spesa tra la bitta di prua è quella di poppa su tutti e due i lati della barca vado a prua a cercare di far roteare il fiocco per farlo uscire, ci riesco, ma a metà, cazza, lasca, cazza, lasca riusciamo a sciogliere il fiocco e bam la vela si gonfia, l’armatore cazza dal winch la scotta… 8 nodi… Spegnammo il motore e via… Piero si sveglia e dal casino che abbiamo fatto per fare le manovre ed io mi metto, dopo poco, a dormire un po’. Nella nottata Piero mi rdr giura anche di aver preso il rischio di andare a pura, anche se avevo utilizzato tutti i crismi, andare a prua quando c’è mare è rischioso sopratutto se sei è in due in turno, perché se si casca in mare l’altro deve fare subito un manovra e disimpegno per evitare che tu venga schiacciato dalla barca ed inoltre deve recuperati e con mare mosso non è semplice. Il fiocco invece si è scoperto poi che besta lascare ulteriormente la drizza e vien fuori ch’è una meraviglia, forse è lo strallo di prua che fa catenaria, non essendo teso per bene come tutto il resto del sartiame.

Mi sono risvegliato con Piero che leggeva un librone delle edizioni BUR enorme “I fratelli Karamazov”, guardo un po’ le previsioni, controllo la rotta, ricalcolo di nuovo alcuni waypoint sulla rotta, ricontrollo assieme a Piero le previsioni e dopodiché Piero va a letto ed io mi metto di guardia, fin tanto che l’armatore si sveglia ed io mangio gli avanzi del pranzo… imageGiustamente Piero vedendomi fermo al tavolo da pranzo per parecchio e vedendo che non mi alzavo, mi redarguisce. Io lo informo che vi era Roberto di guardia, quindi si rasserena e mi ribadisce il fatto che i turni bisogna farli bene, seguendo i giusti orari, perché altrimenti poi si è stanchi, ma per me che sono un iperattivo è difficile dormire… Beh però dopocena e dopo che ho finito di scrivere questa parte di diario, me ne andrò a letto anche io… Sappiate che non è per niente semplice scrivere sul dorso di un cavallo al galoppo che ogni tanto strattona e sbatte sull’onda, facendo tremare tutte le paratie e salettare l’iPad sul quale sto tentando di digitare, inoltre la bestia si sposta scattosamente di qua e di la… e spesso digiti una lettera per l’altra e ti tocca ritornare indietro…

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Screenshot della app per misurare i rumori, nel particolare il rumore che avevo nella mia cabina proveniente dal motore.
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La barca in bolina stretta di notte.

Il turno di notte è stato stancante sarà stata troppa pasta, “sarà” ha aggiunto Piero, all’inizio era abbastanza tranquillo tutto, vento e mare, ma poco dopo le 4:30 di mattina, è aumentato notevolmente il vento fino a punte di 25 nodi di apparente, in pratica 18 nodi di vento reale contro il muso, vento che aumenta mare che ingrossa… Quindi abbiamo iniziato a sbattere, ho tentato di fare qualche video, ma non sono mai riuscito a prendere una bella spanciata fragorosa, ne ho sempre presa una leggerina. Quando aumenta fortemente il vento e la randa è issata la barca si stabilizza andando a motore, ma il boma, quel pezzo di alluminio perpendicolare all’albero, per i profani, diventa incontrollabile in pratica è come una mazza che sventola continuamente e freneticamente sopra la tua testa appena esci dalla tambuccio, beh questa notte per un soffio non me lo prendevo diritto in testa, per fortuna ha leggermente spostato la pila che avevo sulla fronte… Finito il mio turno ho svegliato l’armatore al quale ho passato le consegne di stare lontano con la rotta dalla area riservata al tiro militare di fronte a Lecce e di passarci attorno per poi continuare a scendere… del resto mi sono infilato nel mio sacco a pelo, ho messo i tappi per le orecchie e me ne sono disinteressato di tutto, compreso del rumore del motore, che dalle prove fonometri he che ho fatto è davvero sopra le righe.

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